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Martedì, 10 Maggio 2022

Il lusso rallenta in Cina

Il lusso rallenta in Cina

Secondo quanto riportato da Pambianco ieri, nonostante le ottime performance registrate dal mercato cinese del lusso negli ultimi anni - con un aumento di quota di mercato della Cina continentale dal 20 al 21% tra il 2019 e i 2020 - la situazione Covid e relativi lockdown, da inizio 2022 hanno frenato i consumi.

Nonostante l'arresto e le forti limitazioni ai viaggi, i consumatori cinesi avevano dirottato lo shopping sul loro territorio, registrando un +48% delle vendite interne nel 2020 e un +36% nel 2021, per un totale di quasi 471 miliardi di Yuan (pari a 67 miliardi di euro).

In Cina, solo la città di Shanghai conta oltre l’80% dei nuovi contagi e con i suoi 26 milioni di abitanti in lockdown, fa i conti con la rigida politica di ‘Zero Covid’. In tutto il Paese sono solo 13 su 100 le principali città (classificate in base al Pil) che non stanno implementando restrizioni Covid-19. Questo ha portato, oltre allo stop dello shopping fisico, proprio a un calo del desiderio per beni di lusso.

I dati pubblicati nel primo trimestre di quest’anno dai principali attori del mercato del lusso mostrano che le vendite in Cina sono scese del 30-40% circa, un po’ per il lockdown a Shanghai (circa il 15% è riferito alla zona della Cina continentale) e un po’ per il traffico ridotto in altre regioni.

Secondo gli analisti di Ubs, autori di un report diffuso da Milano Finanza, Lvmh (rating buy) ed Hermès (neutral) sono i migliori titoli su cui puntare in questo scenario di incertezza mentre Swatch (neutral) è tra i più esposti a un potenziale rischio al ribasso.

La banca d’investimento ha analizzato le performance di dieci titoli del comparto del lusso in relazione all’andamento delle vendite in quattro scenari, ovvero con un calo annuale del 10%, del 20%, del 30% e del 40%, e tenendo conto del contesto fortemente incerto che vive anche la capitale Pechino.

“Le vendite di Swatch – si legge su Milano Finanza – hanno un’esposizione alla regione della Cina continentale pari al 37 per cento. Il dato scende leggermente per Richemont (35%) e Lvmh (30%); mentre la meno esposta risulta Kering (23%). Ubs ha fissato l’obiettivo di crescita del Pil cinese per il 2022 al 4,2%.

L’ultimo sondaggio di Ipsos sulla fiducia dei consumatori, ha invece riportato un “calo significativo” della consumer confidence nel Paese del Dragone, con una stima al ribasso anche per i prossimi mesi, poiché il pubblico avverte la tensione delle pressioni pandemiche. Anche il tasso di disoccupazione, riportato da sondaggi nazionali, è salito al 5,8% nel marzo 2022, il più alto da maggio 2020.

VO+ Magazine

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